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Freelance con partita Iva: quali e quante tasse devo pagare?

Freelance con partita Iva quali e quante tasse devo pagare

Per essere freelance in Italia con le tasse bisogna fare i conti. Questa frase sembra voler incutere timore, ma in realtà è solo un avvertimento: prima di aprire la partita Iva, è bene sapere a cosa si va incontro, ovvero quali e quante sono le tasse e le imposte da pagare. Infatti esiste un regime forfettario che consente di versare l’imposta sostitutiva. Si tratta di un’imposta unica che ammonta al 15%, ma coloro che avviano una nuova attività in questo settore, possono approfittare, per i primi 5 anni di lavoro, di una riduzione del 5%. L’agevolazione è rivolta anche a chi già possiede una partita Iva, a patto che rispetti i seguenti criteri:

  • il soggetto sia all’interno dei primi 5 anni a partire dalla data di apertura;
  • l’interessato abbia rilevato un’attività avviata e il suo predecessore abbia rispettato i limiti per accedere al regime forfettario;
  • il titolare della partita Iva non deve aver svolto la medesima professione in passato e neppure, negli ultimi 3 anni, aver lavorato come imprenditore autonomo, in forma associata o familiare.

La somma da versare deve essere calcolata sul reddito imponibile, applicando ai ricavi ottenuti il coefficiente di redditività previsto per il lavoro specifico svolto dal freelance, in base al Codice Ateco.

Il lavoro da freelance e le imposte da versare

L’imposta sostitutiva rappresenta soltanto uno dei costi da affrontare. Alle tasse per i freelance in Italia si aggiungono anche alcuni contributi obbligatori, come quelli previdenziali, che variano in base all’inquadramento fiscale scelto. I professionisti devono fare riferimento alla Gestione Separata Inps. Va versato il 25,98% del reddito. Se il freelance risulta essere un artigiano o un commerciante, deve procedere con l’iscrizione alla Camera di Commercio e al relativo Registro delle Imprese, ciò comporta anche il pagamento della imposta di iscrizione che ammonta a circa 50 euro annui. Per quanto riguarda i contributi previdenziali, si segue un conteggio differente:

  • i redditi compresi tra 0 e 15.953 euro comportano il pagamento di circa 3.850 euro annui;
  • i redditi superiori ai 15.953 euro portano la contribuzione al 24%.

I freelance che rientrano nelle categorie degli artigiani e dei commercianti e hanno diritto al regime forfettario, devono inviare all’Inps, per via telematica, una richiesta di riduzione del 35% dei contributi da versare, attestando la propria condizione. Le persone che non possono applicare il regime forfettario e quindi non possono approfittare delle agevolazioni, devono adottare il regime ordinario semplificato. In questo caso si applicano differenti imposte e aliquote:

  • Irpef dal 23% al 43%, in base allo scaglione di appartenenza secondo il reddito imponibile;
  • Irap da calcolare sul valore della produzione netta dell’impresa;
  • contributi previdenziali secondo gli schemi già descritti.

Conviene ai freelance lavorare in Italia?

Quando si fanno i conti dei versamenti da sostenere, ci si trova di fronte a un dilemma: conviene o no aprire la partita Iva? I freelance con le tasse in Italia devono rinunciare a una fetta importante del loro fatturato. Proprio per questa ragione molte persone prendono in considerazione l’idea di trasferirsi oltre confine. Nel mondo ci sono Paesi che riservano regimi fiscali vantaggiosi, come ad esempio Dubai e gli Emirati Arabi. Chi desidera operare come freelance nella famosa città affacciata sul Golfo Persico, può contare su una procedura molto facile per ottenere l’apposita licenza e avere così la tassazione azzerata. Si aumenta il proprio guadagno netto, senza dover lasciare allo Stato buona parte dei ricavi della propria attività. Coloro che vogliono pensare di andare a vivere e lavorare a Dubai possono chiedere una consulenza a Daniele Pescara, che di freelance in Italia e tasse ha una vasta esperienza. Il consulente aiuta gli imprenditori e le imprese di qualsiasi tipo a spostarsi nell’emirato, fornendo un supporto con le pratiche burocratiche e l’assistenza nelle fasi di costituzione e avvio dell’azienda, anche per chi opera in proprio. Il professionista mette a disposizione competenze e contatti seguendo il cliente a ogni passo.

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